Capodanno Fiorentino e Dantedi

Capodanno Fiorentino e Dantedi.

Buon Capodanno fiorentino e Dantedi!

È il 25 marzo e non il 31 dicembre, lo so, non sono impazzita. Ma a Firenze, e in tutto il Granducato Toscano, fino al 1750, l’anno nuovo cominciava proprio oggi!

Ma come mai questa data? E perché proprio oggi anche il Dantedì?

Iniziamo dal Capodanno! La scelta, fin almeno dal Medioevo, ricadeva su questo giorno per un mero calcolo matematico.

Il 25 marzo è il novantesimo giorno esatto dal Natale, la nascita di Cristo. Per la Chiesa corrisponde all’Incarnazione. Ossia il momento in cui l’Arcangelo Gabriele annuncia a Maria Vergine che diventerà madre del figlio di Dio. E “il verbo si fece uomo”.  

Sono date stabilite per convenzione, ovviamente, ma la festa dell’Incarnazione era, fra le feste religiose, una delle più sentite e partecipate.

I fiorentini vi erano così legati che quando Papa Gregorio XIII decise di mettere ordine nel calendario (da qui il nome di calendario gregoriano) e fissare l’inizio dell’anno al 1° gennaio a Firenze…si fece finta di nulla! E si continuò per altri tre secoli, più o meno, a festeggiare il Capodanno il 25 marzo!

Solo con il decreto del Granduca Ferdinando III Lorena si riuscì ad imporre a Firenze, e a tutto il Granducato, di uniformarsi al calendario gregoriano e iniziare l’anno il 1° gennaio. Sulle date infatti c’era non poca confusione! A Pisa, ad esempio, si festeggiava il capodanno il 25 marzo…ma dell’anno prima!

La lapide in marmo della foto riporta proprio il decreto granducale e la potete vedere sulla parete destra della Loggia della Signoria nella piazza omonima.  

Oggi è anche il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri e istituita nel 2020 dal Consiglio dei Ministri.

Secondo gli studiosi infatti il 25 marzo sarebbe la data d’inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Il primo canto dell’Inferno infatti dovrebbe collocarsi nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 marzo del 1300.

E perché proprio nell’anno 1300?

Scrive il divin poeta: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, e anche, “I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni e per i più forti a ottanta“. Se si considera perciò che l’età media di un uomo è di circa settant’anni, la metà di questa cade proprio a 35. Dante era nato nel 1265, sotto il segno dei Gemelli, e quindi nel 1300 aveva esattamente 35 anni.

Finiti i calcoli matematici credo che farò come si faceva a Pisa, prima del 1750. Festeggerò il 2022 e saluterò anche il 2021… che assomiglia tanto al 2020!

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