Raffaello-Madonna del Cardellino

6 aprile 1520. Muore Raffaello Sanzio.
Ma in questi giorni non voglio parlare di morte. Vi parlerò invece di amore.


Amore Coniugale perché questo dipinto fu commissionato ad un giovanissimo Raffaello nel 1506 in occasione del matrimonio di Lorenzo Nasi e Sandra Canigiani. I Nasi erano ricchi mercanti fiorentini e avevano la loro casa nella costa de Magnoli, sulla riva sinistra del fiume Arno. La zona si rivelò purtroppo franosa e la loro dimora, come altre limitrofe, andò distrutta, a seguito di una frana nel 1547, e con essa l’opera del Sanzio. Distrutta in ben 17 pezzi.


Amore quello dell’Amicizia. Perché Raffaello era già morto nel 1547 ma nei suoi quattro anni a Firenze aveva trovato un amico, Ridolfo del Ghirlandaio, compagno di avventure e di studio poiché entrambi artisti. Pare che sia stato Ridolfo a restaurare immediatamente questa tavola che altrimenti non sarebbe mai giunta ai giorni nostri.


Amore Materno. Perché guardando questa Madonna non si può non vedere la madre che è in lei. È pronta ad accogliere San Giovannino, colui che riconosce in Gesù il Messia, e che per di più sta porgendo un cardellino, l’uccello che fa il nido fra i cardi, fra le spine. E di spine sarà la corona che un giorno dovrà indossare suo figlio. E rosso, come le piume sulla testa del piccolo volatile, sarà il sangue che verserà durante il martirio e la morte.  Lei lo sa. È consapevole del futuro del suo bambino. Nonostante ciò accoglie e accetta. Ma allo stesso tempo protegge. Con le gambe cinge suo figlio in un abbraccio che vale più di mille parole.

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