La Resurrezione di Cristo di Andrea del Verrocchio

La Resurrezione di Cristo di Andrea del Verrocchio è un capolavoro del maestro e un vero esempio di resurrezione!

Come mai?

Tanto per cominciare fu ritrovata agli inizi del Novecento nella soffitta della Villa di Careggi, un tempo proprietà della famiglia Medici, frantumata in oltre 60 pezzi e ammucchiata in un angolo come spazzatura!

La fortuna fu che il proprietario che la ritrovò, il comm. Carlo Segrè, decise di farla rimontare e restaurare.

Tuttavia senza apportare modifiche sia nei pezzi mancanti che nei colori ormai parzialmente perduti. Una volta incorniciata fu collocata nel cortile della villa.

Dove si trovava

La sua ubicazione originaria è ancora incerta ma probabilmente si trovava sopra la porta della cappella della villa. Successivamente, nel ‘600, vi fu aperta una finestra e quindi, forse per questo motivo, la lunetta in terracotta fu tolta e conservata, senza molti riguardi, nella soffitta.

Una vendita o meglio un regalo

Altra fortuna è che il Segrè, nonostante offerte di acquisto allettanti, abbia preferito vendere l’opera allo Stato Italiano per la modesta cifra di Lire 300.000 (circa 155 Euro). Valore molto inferiore a quello del mercato antiquario dell’epoca!

Dove si trova

Attualmente è esposta nella sala dedicata al Verrocchio nel Museo del Bargello e li rimarrà, inamovibile, nemmeno per esporla a mostre temporanee.

Infatti, se avete visto la mostra dedicata al maestro a Palazzo Strozzi, ricorderete che quest’opera non era esposta. Assente…ma giustificata!

Stile e datazione

Si tratta infatti di una terracotta, fragile e delicata, policroma, ossia colorata, e ultracentenaria visto che la sua realizzazione si data agli anni 70 del 1400. Lo stile realistico, asciutto, nervoso, con drappeggi semplici e armoniosi rendono la rappresentazione viva ed emozionante.

Nonostante ciò la datazione è ancora incerta e non mi addentro nelle innumerevoli datazioni fatte negli anni dagli studiosi.

La Congiura dei Pazzi

Sebbene quella a mio avviso più convincente è che sia datata successivamente al 26 aprile 1478.

Infatti per la storia di Firenze questa è una data cruciale ossia il giorno della Congiura dei Pazzi. Giorno in cui i “magnifici” fratelli Medici furono assaliti durante la messa di Pasqua nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Lorenzo, il Magnifico, riuscì a scampare la morte ma suo fratello Giuliano no. Morì colpito dai fendenti di Francesco de’ Pazzi e Bernardo Bandini Baroncelli.

Un opera d’arte che è un atto d’amore

Pare che Lorenzo abbia voluto commemorare il fratello assassinato subito dopo l’accaduto e abbia commissionato al Verrocchio quest’opera da collocare nella sua dimora preferita, la villa di Careggi.

Prove? Basta guardare il soldato sdraiato e addormentato. Dai ritratti giunti a noi di Giuliano de’ Medici la somiglianza è davvero forte. Inoltre il soldato che urla sopra di lui ci ricorda i tratti di Lorenzo. In questo caso, non sarebbe un soldato che grida terrorizzato nel vedere Gesù risorgere, ma il Magnifico dei Medici che urla il suo dolore per la perdita dell’amato fratello.

Non resta che ammirare questo capolavoro in quello scrigno di meraviglie che è il Museo del Bargello!

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